Chissà se tutto è iniziato respirando il profumo avvolgente di quell’impasto in cui Gianni Festa, allora bambino, amava immergere il dito per portarlo rapidamente in bocca e assaporarne, fino in fondo, il sapore intenso e inebriante, dolce come poche cose al mondo. O, magari, quando, alzandosi sulle punte dei piedi, si affacciava curioso sul tavolo del laboratorio dove il torrone, ancora tiepido, veniva steso e poi sistemato e lavorato a mano negli stampi.
Conosceva alla perfezione ogni angolo di quel mondo che trasudava passione e sacrificio. Uno spazio senza tempo, dove gli piaceva rifugiarsi e giocare durante le ore di svago. La sua manina si perdeva nel palmo rassicurante del padre che amava raccontargli tutti i segreti di una storia antica, tramandata da generazioni.
Era la metà degli anni ’70 quando suo padre, Vincenzo Festa, decide di aprire una nuova sede dell’azienda di famiglia, fino ad allora a Santa Paolina, a Montemiletto, il paese di origine della madre di Gianni, dove ancora oggi continua una storia imprenditoriale iniziata nel 1750.
Delle prime attività di panificazione e produzione di dolci che venivano sfornati in un’epoca in cui si erano appena concluse le guerre di successione e, di lì a qualche decennio, ci sarebbe stata la prima rivoluzione industriale, c’è traccia in diversi documenti storici. Un’attività domestica, di sostentamento, portata avanti con fatica e secondo i ritmi di anni di attesa, scanditi da passaggi che avrebbero poi scritto importanti pagine di storia.